Il Lazio e il digitale tra opportunità e potenzialità. Ma anche ritardi
L’ufficio studi di Confartigianato ha realizzato un’indagine “Và dove ti porta il digitale”, con dati aggiornati a metà maggio, sul rapporto tra popolazione e internet: il quadro che merge sul Lazio è in chiaroscuro con ampi spazi di crescita ma anche notevoli ritardi nella digitalizzazione della Pubblica Amministrazione
Una situazione in chiaroscuro e comunque con ampi margini di crescita: è questo ciò che emerge dall’indagine dell’ufficio studi di Confartigianato “Va dove ti porta il digitale” di metà maggio. I dati parlano chiaro: per quanto riguarda il commercio elettronico, in media in Italia è praticato dal 25% delle imprese con 3-9 addetti. Al primo posto Valle d’Aosta (40%), Trentino (33,7%), Piemonte (29,4%). Il Lazio è in ottava posizione con un discreto 26%, in linea con la media nazionale è 25%. Tuttavia le cifre scendono quando si prende in considerazione la quota di popolazione che ha acquistato prodotti o servizi on line: in questo caso il Lazio scende in 14ma posizione con il 33%. Anche in questo caso, però, siamo in linea con la media nazionale : 34%,mentre ai primi posti sempre il nord con Trentino (46%), Friuli (42%), Lombardia (40%). Quest’ultima non è così lontana dal 33% del dato laziale: anche per questo motivo il Lazio presenta notevoli margini di crescita sia in che out, ovvero per chi vuole montare una propria impresa di commercio e servizi on line, ma soprattutto per chi cerca di ampliare il mercato dei propri servizi e prodotti.
Anche perché la rete è molto diffusa tra le nuove generazioni, specialmente nel Lazio. La regione infatti è ai primi posti come numero di giovani che utilizzano internet per andare su chat, blog, newsgroup, forum, insomma sui social network: sono il 56,5% del totale e più del 60% va su internet per formare un profilo personale sui social network. È molto di più rispetto alla media nazionale, 50% nel primo caso e 57% nel secondo. Infine un dato che deve far riflettere: solo il 21% degli utenti di Internet del Lazio usa la rete per interagire con la pubblica amministrazione, come ad esempio spedire, riempire e chiedere moduli. Il Lazio è primo ma è un dato troppo basso soprattutto in considerazione della presenza della capitale che raccoglie tutti gli uffici amministrativi: gli utenti che si interagiscono on line con l’amministrazione dovrebbero essere molti di più, non un numero inferiore a uno a su quattro. E questo è indicativo del ritardo dell’Italia nella cultura digitale tanto che in questa speciale classifica il Belpaese, secondo l’indagine, è terzultimo in Ue, preceduto solo Bulgaria e Romania). Va da sé che il 32% dei laziali si dice insoddisfatto dei siti della pubblica amministrazione in termini di comprensione, facilità di uso, utilità. È qui dove dobbiamo migliorare, è qui dove gli esperti di programmi e software, che altro non sono che “artigiani informatici”,possono intervenire con ampi margini di business opportunity. A patto, naturalmente, che le istituzioni diano la possibilità e gli strumenti adeguati a far crescere non solo loro, ma anche il paese.
Eppure le nuove tecnologie e la multimedialità rappresenta un mercato dinamico nel Lazio: in Italia il 50% delle imprese dell’ICT si concentra in 4 regioni che sono Lombardia con 25mila imprese(24%) e Lazio, con 12300 imprese (12%). Seguono con meno di 10mila il Veneto, la Toscana, Emilia-Riomagna, etc. Delle 12300 imprese, il 2% fabbrica pc e prodotti elettronici, l’11% fa commercio all’ingrosso per pc, il 51% realizza software, il 5% telecomunicazioni, il 25,5% elabora dati e hosting per portali web, il 5% ripara pc e fa assistenza. Il Lazio si conferma una regione di servizi e, con il supporto delle istituzioni e con un percorso velocizzato della digitalizzazione della pubblica amministrazione, internet può essere una risorsa decisiva per il futuro della regione e della sua qualità di vita.